Allineamento Vibrazionale

Guarire te stesso é il più grande atto di amore verso chi ami.
6 Agosto 2024
La storia é vera… i nomi, i posti, i dettagli sono immaginari per amor di privacy. Quando lo incontro per la prima volta, Rocco V. è un bell’uomo di quasi 50 anni. É un po’ sciupato e stropicciato, dimostra più degli anni che ha. Le rughe, le tensioni del suo viso testimoniano un dialogo interiore tormentato. È riservato e schivo, ha mani sensibili e delicate. Con voce appena percettibile, dice: “Il fatto é che sono malato e vorrei vivere in pace il tempo che mi rimane. La mia vita é stata un tormento, un inferno. Vorrei almeno morire in pace.” Mi racconta la sua vita. Più lui racconta e più io divento curiosa. La sua vita sembra la vita perfetta che tutti desideriamo. Rampollo di una famiglia molto agiata, ha avuto accesso ad ottime scuole e riveste un importante ruolo lavorativo: “Che pur non dispiacendomi, non mi da alcuna soddisfazione.” Ha una buona relazione con la moglie: sono sposati da oltre 20 anni, “Forse un po’ spenta, rispetto all’inizio, ma si sa come funziona…” Hanno avuto tre figli: “Tre ragazzi meravigliosi. Brave persone, perbene. Affettuosi sia con me che con la madre. Sono un padre orgoglioso.” Ma mentre lo dice non gli brillano gli occhi. In realtà il motivo per cui é seduto davanti a me é che ha gli hanno detto che ha una gravissima forma di diabete. Un diabete improvviso, ostinato, resistente alle cure. Un fulmine a ciel sereno, scoppiato all’improvviso. E per Rocco é incomprensibile: mangia correttamente, non beve, non fuma, fa la giusta attività fisica. “Perché a me? Non capisco… non mi merito anche questo…” QUAL E’ IL VELENO CHE LO STA UCCIDENDO? Dopo qualche domanda, inizio ad intuire la verità: la storia che mi racconta é parziale, tuttavia fondamentale: é quella a cui lui crede. IL SUO VELENO SI CHIAMA SENSO DI COLPA.
Il suo pancreas glielo dice molto chiaramente. Ha fatto tutto nel modo giusto, così come gli era stato insegnato. È stato un buon marito, un ottimo padre, un amico affidabile, un figlio disponibile ed affettuoso. Quando i genitori si sono ammalati, prima il padre, poi la madre, é stato presente, se ne é preso cura. Man mano che racconta é sempre più frustrato, irritato. I suoi toni sempre più distanti dalle sue parole. E finalmente molla: esce fuori la sua verità. Si sente sbagliato e cattivo. Non ha mai amato i suoi genitori, ha odiato ogni momento dedicato a prendersi cura di loro. Quando sono morti non é riuscito a piangere. Anzi. Per un momento si é sentito liberato, alleggerito, libero. Me lo confessa arrossendo. “Sa… questa cosa non l’ho mai detta nemmeno a me stesso…” Gli chiedo se gli piace Fabrizio De André e se ha voglia di ascoltare una sua canzone… così… per distrarsi un attimo ed allentare la tensione… Gli metto il testamento di Tito. Quando arriva questa strofa, si turba, le lacrime iniziano a rigargli il volto. “… Onora il padre, onora la madre E onora anche il loro bastone Bacia la mano che ruppe il tuo naso Perché le chiedevi un boccone Quando a mio padre si fermò il cuore Non ho provato dolore. …” Lacrime silenziose dapprima, che poi si trasformano in singhiozzi e pianto disperato. Sono pioggia dopo la calura estiva. Lo lascio sfogare. Quelle lacrime iniziano a liberarlo. E finalmente inizia il percorso verso la sua guarigione. Grazie al coraggio di Rocco. Coraggio di mettere in discussione i punti di riferimento che avevano regolato la sua vita ed il suo sentire fino a quel momento. Coraggio di spogliarsi delle maschere e delle protezioni indossate giorno dopo giorno per difendersi, per sopravvivere. La sua colpa? Non aver amato i suoi genitori, gli aguzzini che lo hanno voluto, ma senza amore. La sua colpa, la sua vergogna é non essere riuscito a amare i suoi aguzzini. Il suo naso non era mai stato rotto, ma il suo Spirito era stato spezzato, la sua identità negata. E così incomincia il suo viaggio verso la vita che non ha mai vissuto. Un viaggio di consapevolezza, amore e gratitudine. Sul piano esterno non cambia nulla, sul piano interno é tutto diverso: la sua mappa mentale, il suo ricordare, il suo sognare, il suo sentire. Le sue catene erano credenze e convinzioni familiari, sociali e religiose, profonde e radicate a tal punto da renderle invisibili ed inconsapevoli. Inizia a considerare il suo corpo, la sua malattia come amici, alleati, saggi consiglieri. Come a volte capita dice spesso: “Se non fosse stato per la mia malattia, starei ancora non vivendo, sarei ancora come un morto che cammina.” Ed il cambiamento diventa reale e tangibile: gli occhi gli si illuminano quando parla della moglie e dei figli, dei suoi nuovi progetti per il futuro. Pian piano anche il corpo si riequilibra e così come era venuto, anche il diabete sparisce. Qualche settimana dopo ricevo una splendida pianta. Al posto del solito biglietto una foto: Rocco con sua moglie e i suoi figli. L’amore é tangibile. Fluisce dagli occhi e dai loro sorrisi. Giro la foto: dietro c’é scritto: “5 volte grazie!”, con la firma di tutti e cinque.
Emma Salvati

Smetti di cercare il tuo cammino!
Innalza la tua vibrazione e comparirà sotto i tuoi piedi.
Solo tu puoi farlo.
Il Mago sei tu: tu sei il piombo da trasmutare in oro.
Io ti alleno a far rinascere il Mago, in grado di creare ciò che prima non esisteva.
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