Allineamento Vibrazionale

Storia di stanchezza, attaccamenti e cambiamento.
7 Settembre 2024
A maggio avevo un programma di lavoro, un ruolino di marcia, con un obiettivo settato alla fine ottobre. Poi é iniziata questa estate e di nuovo ogni riferimento, ogni programma é miseramente saltato. Il programma fatto includeva il trascorrere il mese di luglio in Salento. Già a gennaio avevo prenotato un appartamento lì, dopo che mi era stato garantito che avrei trovato un’ottima connessione internet, un materasso decente, un posto fresco e raffrescabile. Mi era sembrata anche una bella occasione per sperimentare questo famoso nomadismo digitale di cui si parla con tanto entusiasmo. In Salento trovo delle temperature folli, molto più alte di quelle lasciate a casa. Prendiamo possesso della casa ed iniziano le sorprese: nel letto non c’è un materasso ortopedico nuovo, ma due vecchi materassi singoli per nulla ortopedici, il sistema di raffrescamento consiste in un ventilatore ed un piccolo raffrescatore ad acqua parecchio rumoroso. La ciliegina sulla torta potete immaginare quale sia: siamo in una specie di buco nero delle connessioni e dopo un paio di giorni in é chiaro che non esiste alcuna possibilità di risolvere brillantemente la cosa. Disponiamo di un minimo di copertura solo nella stanza da letto. Mi adatto. Il letto diventa la mia scrivania e cerco di fare del mio meglio con quello che ho. Il lavoro diventa lentissimo, frustrante ed abbrutente. Inizio ad accumulare ritardo. Nonostante il mio orario lavorativo diventi ogni giorno più lungo. Ed ogni giorno sono sempre più estenuata. Il caldo é opprimente: viene da fuori e viene da dentro. Emano fuoco da ogni poro. Di giorno non riesco nemmeno a mangiare: fa troppo caldo. Le gambe diventano due colonne di cemento armato. Sono piena di crampi. Cammino a fatica ed ho paura di avventurarmi sugli scogli e tuffarmi a mare: non mi fido del mio corpo, ho paura di cadere. Tanto anche il mare é un brodo caldo: stare a mollo non da il refrigerio sperato. Di notte non riesco a dormire: fa troppo caldo, il materasso é scomodo, il raffrescatore rumoroso. Sono arrabbiata: con me stessa per essermi fidata, con chi mi ha affittato la casa per avermi fregato. Mi sento anche in colpa con il mio compagno per averlo coinvolto in questa follia. Cerco di prendermela al meglio e di godermela per quel poco che é possibile e continuo a lavorare su tutto ciò che questa situazione muove dentro di me. Nel frattempo verso fine luglio arrivano notizie inquietanti da una delle persone che più amo al mondo. Lei si chiama Lyn, comunemente nota come la mia mamma americana. Ci siamo conosciute nel 1980. Ero qui con la borsa di studio Intercultura per il programma di scambi culturali studenteschi ed ho vissuto con lei e Steve, suo marito per un anno. Spesso ho pensato che se sono sopravvissuta alla mia adolescenza é stato grazie a quell’anno passato con lei. È una donna splendida: amorevole, sorridente, accogliente, saggia. È stata l’angelo di tanti ragazzi, compresi due nipoti, Aaron e Jeremy rimasti orfani di madre molto prematuramente. Lyn mi fa sapere che non sta affatto bene e uno dei nipoti, Aaron, ha delle metastasi ai polmoni dopo avuto un tumore all’intestino due anni fa. So che quello che mi dice è la punta dell’iceberg, una minima parte di quello che sta accadendo. Sento che devo andare da lei, che non può rimanere sola ora. Che non può affrontare tutto ciò da sola. So che Steve non lo troverò vivo, così come invece so di poter aiutare Aaron nel suo difficile cammino. E lo so non perché abbia particolari doti divinatorie o legga nel pensiero, come alcuni di voi hanno presupposto, ma perché percepisco chiaramente i livelli energetici, ho imparato ad interagirci e a gestirli. Le scrivo. Le chiedo se vuole che vada a stare qualche settimana con lei, le chiedo se posso dare una mano. Mi risponde che la mia mail é la risposta alla sue preghiere. E a quel punto non ho alcun dubbio. La sua risposta non mi ha fatto piacere. Vedo ancora una volta uno tsunami travolgere i miei programmi appena reimpastati. Torno a casa dal Salento e mi preparo ad affrontare un agosto folle. Oltre a preparare la partenza, cerco di recuperare, almeno in parte, quanto rimasto indietro a luglio e di portarmi un po’ avanti prima di partire di nuovo. Ci riesco poco: lavoro a rilento. Sono estenuata. Il fuoco continua a bruciare dentro e fuori. Si ripete il copione del mese di luglio elevato al quadrato. Finisco di lavorare sempre più tardi sera dopo sera, non prendo mai un giorno libero. Nel frattempo lavoro su me stessa, chiedo aiuto ai colleghi con cui collaboro per raccogliere e riequilibrare quanto più posso, nel modo più rapido. (Ebbene sì: anche i coach hanno i loro coach e tutor!) E ad un certo punto, qualcosa scatta in me e mollo. Sono talmente estenuata che interiormente mollo su tutta la linea. Il ripassone generale di quest’estate sortisce i suoi effetti ed in un attimo lascio cadere gli ultimi illusori brandelli di avere il potere di controllare qualcosa. Lascio andare quel poco che rimane ancora in termini di attaccamento ai risultati, osservo il ego professionale e mi fa tenerezza. Cambia l’atteggiamento mentale. Continuo a fare del mio meglio. Non ho più nessuna aspettativa. Sul fronte della salute, sono costretta a fare un ulteriore passo che rafforza le scelte già fatte… supero altri dubbi, altrie paure… it’s another leap of Faith… stavolta é il mio cuore, inteso come muscolo cardiaco, non in senso figurato, che affido ai Maestri e al mio Team Invisibile. Ma questa é un’altra storia. Smetto di fare la falena impazzita vicino alla candela. Ritrovo il mio centro, il mio intento. Ritrovo il mio Scopo, la mia integrità, la mia genuinità, la mia vera voce. E ritrovo la mia pace ed un dono: quello della gioiosa giocosità. Ritrovo il mio umorismo e la mia auto-ironia. Assecondo la velocità di questi tempi che non ti lasciano riprendere il fiato tra un movimento e quello successivo. Cerco di riposare di più, di ridere e sorridere di più, riprendo ad occuparmi del mio corpo. Mi ricordo che questo salto vibrazionale l’ho chiesto e voluto anche io e quasi mi direi una cosa che ho detestato ogni volta che me l’hanno detta: “ti é piaciuta la bicicletta? E allora pedala!” Ricordo a me stessa che questa é un’incarnazione fortemente karmica. Penso che la mia anima si sia sbilanciata un po’ troppo quando ha fatto il suo programma per quest’incarnazione, ma accetto che così é. Ne prendo atto ancora una volta e mi organizzo al meglio con quello che c’è. Mi ricordo che questo é un addestramento, una scuola e che a volte é molto sfidante. E che gli insegnanti severi sono sempre stati quelli che ho amato di più, che più mi hanno dato e da cui più ho imparato. Mi fanno tenerezza il mio essere così abitudinaria, fragili e maldestra. E lascio andare sempre di più e sono sempre più divertita. E noto che più mollo e più le mie sedute diventano potenti, trasformative ed evolutive e questo mi fa sentire grata, realizzata ed in linea con il mio servizio. Abbatto vecchi limiti e stabilisco nuovi confini. Sento una vibrazione purissima di amore, connessione e gratitudine e gioia talmente potente da non riuscire quasi a reggerla fisicamente. E ricordo anche perché il risveglio debba essere necessariamente graduale: se avvenisse all’ improvviso il corpo non reggerebbe. Ed invece noi siamo qui per ritrovare la nostra connessione divina partendo dalla dualità. Portando lo Spirito nella materia e la materia nello Spirito. Ed ora, mentre sono a più o meno a 8000 km da casa e mentre a mezzanotte sono ancora qui a scrivere, sono totalmente in pace e grata a quest’estate infuocata che mi ha portato fino a qui. Sono grata a me stessa per essere diventata così rapida a lasciar andare le mie resistenze ed i miei attaccamenti. Sono grata perché sento aldilà di ogni ragionevole dubbio che il miracolo sono io, la mia guarigione totale sono io, io che cammino sempre più rapidamente verso la mia anima, a passo sempre più rapido e gioioso.
Emma Salvati

Smetti di cercare il tuo cammino!
Innalza la tua vibrazione e comparirà sotto i tuoi piedi.
Solo tu puoi farlo.
Il Mago sei tu: tu sei il piombo da trasmutare in oro.
Io ti alleno a far rinascere il Mago, in grado di creare ciò che prima non esisteva.
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